Dobbiamo considerare l’AI come una realtà preoccupante?

La dobbiamo considerare come una realtà ineluttabile e ci dobbiamo preoccupare? E questo riguarda anche la Logistica e i Trasporti?

Chi – ascoltando conferenze, servizi web o leggendo articoli – non si è fatto almeno una volta queste domande alzi la mano. Domande rese ancora più attuali dalle recenti dimissioni e dichiarazioni di Geoffrey Hilton, padre e guru dell’AI che ha messo tutti in guardia dagli impatti che questa può avere nella vita economica e sociale.

Cominciamo a fornire qualche risposta, e partiamo dall’ultima domanda: dove ci sono merci o mezzi che si muovono, in cui si devono sempre trovare logiche e procedure nuove e rapide, dove è assolutamente fondamentale che i flussi portino a consegnare la cosa giusta, nel posto giusto e nel tempo prefissato – nella Logistica appunto – è inevitabile che servano controlli e intelligenza su quei numeri che devono supportarci nell’economia e nella logistica del domani. Forse anche in quella di oggi.

Quando ci sono decisioni da prendere a supporto degli esseri umani, nasce sempre qualcosa di nuovo.
 

Così è stato per l’algebra circa 1200 anni fa. E cosi sta avvenendo oggi per questa nuova risorsa straordinaria che abbiamo a disposizione.

In Italia il mercato dell’AI si sta muovendo con grande velocità; vale circa 500 milioni di euro annui e cresce a doppia cifra da anni. Secondo il Politecnico di Milano addirittura con un 32% di aumento nel 2022. Riguarda le grandi imprese, certo, ma sappiamo che le tendenze e le innovazioni nascono cosi: prima chi se lo può permettere, e a cascata tutti gli altri.

Ma di cosa stiamo parlando esattamente? Quando parliamo di AI ci riferiamo per esempio ad un miglioramento dell’organizzazione del lavoro, dei processi produttivi, dei flussi logistici, della possibilità di prevedere la domanda, di divenire “generativa” nella manifattura, di essere di supporto ai piani di salute come a quelli della supply chain…

Parlare, quindi, di Intelligenza Artificiale significa prima di tutto approfondire le informazioni sulla tecnologia.
 

Non possiamo negare, però, che oggi quando si parla di AI si parla anche di qualcosa che può diventare manipolativo e omologante. Al netto di alcune percezioni che sanno più di mitologico o di magico – fino al punto da attribuirne superpoteri che sanno di fantascienza – restano però le perplessità vere di quanto possa divenire invasiva e manipolativa e di quanto sia necessaria una seria riflessione in proposito.

Trasparenza, formazione, e norme adeguate: questo serve per evitare quello che lo stesso Hilton definisce come la “difficoltà nell’impedire ai cattivi attori di usarla per cose cattive.”
 

Serve un salto culturale, come sempre davanti ai grandi mutamenti storici: ingegneri, matematici, storici, fisici, filosofi e politici. Gruppi multidisciplinari per dare una direzione ad una vera rivoluzione. E tra questi – perché no – anche noi Logistici.

Alberto Cirelli, Direttore Commerciale di GEP Informatica, per Il Giornale della Logistica.

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