Valentina Carrer, laurea in marketing e comunicazione di impresa, è Direttore Operativo di SEDISP, azienda cliente di GEP Informatica, provider 4PL plurispecializzato, capace cioè di fornire servizi e consulenza alle esigenze di molteplici settori del mercato. Valentina trasmette entusiasmo per il suo lavoro in tutte le parole:
“Sono profondamente innamorata del mio lavoro: anzi, posso dire di fare il lavoro più bello del mondo. Ogni giorno è diverso: il mondo si evolve, la logistica si evolve di conseguenza e tutte le evoluzioni portano anche noi a cambiare”.
Oggi SEDISP lavora con aziende del settore biomedicale e sanitario, crociere, produzione industriale, beauty e wellness, tra le quali le più conosciute sono: 3M, Costa Crociere, L&R, Kiko, Silversea.
Sono esperienze tutte diverse. Per esempio, con 3M abbiamo ormai 15 anni di esperienza. 3M è famosa per i post-it, ma è un’azienda con attività molto variegate e differenti tra loro, pur mantenendo una forte specificità nei singoli settori.
Ogni categoria di prodotti richiede una gestione logistica specifica, basti pensare all’ambito medicale in cui tracciabilità, igiene e sicurezza richiedono attenzione massima. Altrettanto vale per clienti quali Costa Crociere o Silversea, per le quali ci occupiamo della gestione delle intere navi: dal sapone dei bagni fino gli ingredienti dei ristoranti di lusso, con prodotti alimentari che richiedono la tracciabilità completa e la gestione della catena del freddo.
Come fai ad essere pronta a tante situazioni così differenti tra loro?
La nostra formula si basa su 4 ingredienti fondamentali: know-how, procedure, tecnologia, customizzazione.
È importante studiare tanto. Io personalmente sono molto curiosa. La mia mattina inizia alle 6.30: prima di buttarmi nel lavoro dedico un’ora allo studio. Approfondisco varie cose: le normative nel nostro settore, ambiti di applicazione delle nuove tecnologie, ma anche diversi metodi manageriali, tra cui il Six Sigma e il Kaizen, senza trascurare la sicurezza sul lavoro.
La sicurezza per alcuni è solo un impiccio, ma è la vera struttura su cui vai a costruire i tuoi progetti: se hai un buono scheletro, tutta la tua struttura sarà in grado di reggersi bene in piedi e con successo.
Il tuo percorso di studi inizia con una laurea in marketing e comunicazione di impresa. Come sei arrivata ad occuparti di logistica?
Non rinnego il mio percorso di studi, ma è come quando incontri l’amore della tua vita: lasci tutto e lo segui. Io mi sono innamorata di questo mestiere.
Studiavo all’Università e avevo iniziato a lavorare in SEDISP. Senza nemmeno accorgermi di come sia successo, mi sono ritrovata immersa in questo lavoro, appassionata di quello che stavo facendo. Mi sono accorta che mi stavo divertendo. E questi anni sono davvero volati.
Cosa ti ha appassionata di più?
La cosa che mi piace di più nel mio lavoro è che questo mestiere ti permette di guardare le cose da un punto di vista in cui tutto ha una sua logica e un suo ordine. In questo lavoro c’è sempre qualcosa che ci spinge avanti, una sfida, una novità, un’innovazione tecnologica… Quando sento che ci sono novità nel mio settore, le seguo, le approfondisco, le studio.
Questo mi permette di guardare avanti e fare progetti nuovi.
Da anni perseguiamo un programma di continuous improvement con tutti i nostri clienti: regaliamo un progetto a cui loro non avevano pensato, ma che noi abbiamo studiato per loro. Non si tratta di “vendere” l’ultima novità del mercato, tutt’altro. Non sono fan del “nuovo” a priori. Le novità devono portare un miglioramento. I nostri progetti sono in ottica di miglioramento continuo: lo possiamo fare, però, solo conoscendo benissimo i nostri clienti, le loro esigenze specifiche e le proposte che il mercato offre. In questo modo i progetti che nascono sono cuciti addosso al cliente e hanno valore, per tutti.
Per esempio?
Per un nostro cliente abbiamo realizzato un progetto di miglioramento in termini di gestione dei dati con un loro fornitore. Progetti di questo tipo hanno effetti positivi di organizzazione del lavoro e delle risorse, con conseguenti ricadute economiche e di miglioramento dell’intero processo di gestione logistica e aziendale.
Attraverso il processo di continuous improvement che abbiamo instaurato, stimoliamo anche i clienti a chiedere un miglioramento ai loro altri fornitori. Questo porta un beneficio a tutti, all’interno della filiera. É questo il vero sviluppo.
A GEP Informatica sono consapevole di chiedere tanto, sono un cliente esigente. Ma so che lavorando per SEDISP, anche GEP è cresciuta e ha speso le proprie competenze anche con altri clienti. Migliorare serve sempre a tutti.
C’è un progetto davanti al quale hai pensato: è troppo difficile? Oppure, c’è un fallimento che ti ha fatto crescere inaspettatamente?
Tutti i progetti sono difficili, ma nessuno lo è “troppo”.
Io amo le sfide, amo la complessità e più un progetto è difficile e più è bello. Le startup mi piacciono molto, dove c’è da inventare tutto.
Spesso gli insuccessi sono legati alla carenza di informazioni da parte del cliente: quando non ha i dati per spiegarti chi è e cosa fa. Ma se la raccolta dei dati è corretta, il progetto funziona.
Nel tempo abbiamo imparato a capirli e dedurli, anche quando non ci sono. Incrociamo i dati che i clienti ci danno per vedere se tornano. E poi partiamo dalle loro richieste, dai problemi che loro evidenziano, per andare all’origine e trovare chiavi di letture e opportunità.
Qual è il percorso di studi ottimale per i logistici di domani?
Oggi la logistica ha percorsi formativi abbastanza strutturati. Esiste un liceo con specializzazione in logistica e i percorsi Universitari di Ingegneria Logistica: in Italia ci sono docenti molto in gamba.
L’esperienza sul campo vale molto, a volte la scuola è molto staccata dalla realtà, manca la concretezza: bisogna calzare le scarpe antinfortunistiche, il giubbotto e passeggiare nel magazzino o tra le linee di produzione, passarci del tempo, guardare, chiedere, interrogarsi.
Nei percorsi di uno stabilimento sono racchiuse tutte informazioni che, interpretate, raccontano una storia.
Ma chi vuole intraprendere questo percorso e magari diventare direttore della logistica, deve sapere che non è il classico lavoro da 8 ore per cinque giorni. Io credo che per questo lavoro servano molto curiosità e amore: si riesce bene se lo si ama.
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