Transpologistica & e-commerce: una mutazione non più rinviabile

Si dice spesso che “torturando” i dati alla fine questi confessano: possiamo portare questo ragionamento all’interno di un’analisi dei numeri legati all’evoluzione dell’e-commerce.
Tutti i maggiori istituti di rilevamento ci confermano con la scientificità dei numeri quello che spesso percepiamo con l’esperienza del nostro vissuto personale: stiamo assistendo a uno spostamento enorme -forse storico – degli stili di acquisto verso le vendite on line. Una vera e propria mutazione genetica che non possiamo più ignorare o affrontare come una normale evoluzione economica. I numeri ci dicono che è molto, molto di più.  Proviamo a vederne qualcuno.

I numeri dell’e-commerce: +200% negli ultimi 6 anni

A livello mondiale le vendite on line hanno raggiunto nel 2019 il valore di 3,5 trilioni di dollari con una previsione di raggiungere i 4,1 trilioni alla fine del 2020. Dobbiamo registrare una crescita negli ultimi 6 anni (dal 2014 al 2020) pari ad un incremento del 200%.
Tanto per non smentirsi la Cina con 1,9 trilioni di dollari di vendite realizzate nel 2019 si pone come il più grande mercato mondiale dell’e-commerce di cui di fatto rappresenta oltre il 50% in volume.
Sempre gli analisti ci dicono che le vendite on line praticate nelle diverse aree del pianeta costituiscono circa il 14% delle vendite globali e si prevede addirittura  -con una previsione che lascia un po’ stupiti- che nel 2040 oltre il 95% di tutti gli acquisti avverrà attraverso piattaforme e-commerce.

Veniamo ai numeri degli “shoppers”, ovvero dei clienti: i dati di rilevamento ci dicono che nel 2016 erano stimati in 1,66 miliardi e che entro la fine del 2020 saranno aumentati a 2,5 miliardi. Insomma, un quarto della popolazione mondiale.

L’Italia e l’e-commerce: 26% in più rispetto al 2019

All’interno di questo scenario mondiale, l’Italia risente di una certa “lentezza culturale” all’approccio on line ma comunque anche qui i numeri ci raccontano una crescita molto significativa.
Le rilevazioni ci portano ad una crescita degli acquisti on line che si consoliderà nel 2020 intorno ai 23 miliardi di euro con un incremento del 26% sull’anno precedente. 4,7 miliardi in più del 2019.
La penetrazione sul totale retail passa dal 6% al 8% con comparti in cui la crescita registra significativi aumenti a due cifre:

  • food&grocery +56%,
  • arredamento e home living +30%
  • Informatica ed elettronica di consumo +18%,
  • abbigliamento +21%
  • editoria +16%.

Da 9,5 miliardi euro nel 2016 a 22,7 miliardi previsti nel 2020: incremento del 140% in 4 anni.
La pandemia e il lockdown hanno di certo contribuito ad un picco delle vendite on line ma è certo che si sia solo accelerato un processo che era in atto da alcuni anni.
Il prolungarsi della pandemia  – anche se con forme diverse e meno hard rispetto alla chiusura totale del lockdown – la scoperta da parte di una nuova fetta di consumatori dei vantaggi dell’acquisto on line, la percezione di maggiore sicurezza nell’acquistare prodotti da casa, una maggiore sicurezza dei pagamenti on line, un consolidamento degli stili di vita e di acquisto che sono esplosi nel pieno della pandemia, sono tutti elementi che portano senza dubbio a prevedere una crescita continua di un settore che sta modificando parecchio sia la vita personale che sociale ed economica di ciascuno di noi.

Un cambiamento che tocca anche logistica e trasporti

Di fronte ad un cambiamento che è davvero una mutazione nei comportamenti e negli stili di acquisto, la logistica ed il trasporto (la transpologistica) si devono interrogare su come reagire e se possibile prevenire i mutamenti: essere pronti e proattivi rappresenta la differenza tra inseguire un mutamento e governarlo.
Tra essere alla rincorsa dopo che i competitor sono a proporre logiche e servizi nuovi, ed essere invece i propositori di risposte e di servizi coerenti con le reali esigenze del mercato, magari arrivando anche solo un centimetro prima degli altri players.
Su questo i giganti dell’e-commerce hanno già fatto scuola e se non impariamo dalla loro lezione rischiamo tutti di perdere una opportunità davvero “storica”.
La transpologistica -quell’insieme continuativo e articolato tra logistica e trasporto- deve necessariamente riflettere e produrre quelle modifiche necessarie in un contesto che sta mutando con una velocità nuova.
Sia per quanto riguarda le logiche di movimentazione interna, sia per quanto riguarda le consegne ed i trasporti.
Insomma diciamolo: l’e-commerce dopo essere stato per anni considerato da molti un canale secondario ha acquisito, ha oggi un ruolo determinante nella riprogettazione della Logistica, delle strategie di vendita e nell’interazione con i consumatori.
Dobbiamo rivedere -e in fretta- le logiche della supply chain e delle movimentazioni interne.
Dobbiamo ripensare ad un servizio di consegna che rispetti le nuove tendenze del consumatore, con una particolare attenzione all’ultimo miglio, da cui dipende molto della percezione della bontà del servizio.

Glocal e proximity commerce

Oggi è necessaria una revisione delle logiche di consegna, che richiedono di integrare le esperienze on-line e off-line: drive&collect, click&collect, allestimento ordini in store…
I modelli di consumo stanno evidentemente cambiando e ci stanno portando verso un’omnicanalità che oramai si presenta come una concreta necessità.
E va considerata con molta serietà anche una nuova e concreta realtà: il nuovo corso dell’e-commerce è sempre più “glocal”, e la partita si gioca sulla nostra capacitò di intercettare le esigenze del consumatore legate ad un acquisto on-line ma che trovi il suo sbocco nella consegna all’interno della propria comunità e nella collettività dei centri abitati.
L’inizio e l’evoluzione della crisi sanitaria -da cui siamo ancora ben lungi dal chiamarci fuori- ci mostrano senza timore di smentita che si va imponendo un modello di “proximity commerce” che richiede un’integrazione tra i grandi player del commercio on line ed i piccoli negozianti di quartiere, visti ancora dal consumatore con una positiva valenza in termini di consegna e di competenza consulenziale all’acquisto.
Sia nelle movimentazioni interne che nel trasporto avremo dunque bisogno di sempre più di profonde revisioni organizzative, di processo, di investimenti e di capacità di “ascolto dei numeri” e dei consumatori: la creatività dovrà essere figlia dell’analisi.

Bibliografia:
Osservatorio B2c del Politecnico di Milano, Netcomm, DigitalCommerce 360, Financesonline, IMRG, 99Firms

 

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https://www.gepinformatica.it/format/e-commerce-e-nuova-normalita-magazzini-trasporti-e-nuove-sfide/

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