Tempi nuovi e prospettive da scoprire, anche per la logistica e i trasporti: cosa ci aspetta dopo l’emergenza del COVID-19?
I cambiamenti di queste settimane ci stanno facendo muovere su terre incognite, che nell’immediato ci chiedono adattamenti, ma che nel lungo periodo ci richiederanno un cambio di paradigma. Ora, più che mai, è necessario confrontarci e ragionare.
Nuovi modelli, già vecchi?
La ripresa lavorativa ed economica ci sarà, ma sarà lunga e avrà impatto su tutto il nostro modo di organizzare il lavoro, la logistica e i trasporti, chiedendoci di ripensarli completamente. Negli ultimi anni, i nuovi modelli logistici ci hanno portati a ridurre i magazzini, a favore del just in time: magazzini snelli e poco impattanti finanziariamente e di gestione semplice.
E se la “crisi” diventasse un “sistema nuovo” di gestione delle merci?
Se la paura di un ritorno (non auspicabile ma non escludibile) di situazioni analoghe ci costringesse a rivedere i nostri modelli organizzativi legati alla supply chain?
Se l’eccezionalità del momento che viviamo diventasse la norma con cui dovremo fare i conti?
In questo caso il modello che oggi utilizziamo (lean thinking) si dimostrerebbe inadeguato rispetto ad una nuovo modo di pianificare i magazzini e le movimentazioni: troppo vulnerabile, poco flessibile e incapace di rispondere ad esigenze nuove che molto probabilmente avremo di fronte.
Transpologistica: come ci organizzeremo in futuro?
Difficile fare previsioni, quello che più probabilmente ci attende è una riorganizzazione del mondo dei consumi e del mondo del lavoro, a cui seguiranno a ruota anche la logistica e i trasporti. Saranno i tempi di “calma” e di ripresa quelli in cui probabilmente ci verrà chiesto di organizzarci per essere pronti ad eventuali crisi future.
Verso quale modello ci muoveremo è ancora da scoprire, ma certamente diverrà sempre più strategica l’integrazione tra la gestione logistica e quella dei trasporti.
I magazzini, sempre più ridotti in questi anni, dovranno forse riprendere la loro funzione di stoccaggio, senza andare comunque a pesare troppo finanziariamente sulle aziende. Possiamo allora ragionare su una nuova sfida: mantenere un equilibrio logistico-finanziario in relazione ad una serie di richieste legate oltre che al “just” anche allo “stock”. E queste nuove logiche dovranno essere perfettamente integrate con il flusso dei trasporti, per garantire un approvvigionamento adeguato anche in periodo di crisi, o post crisi, che potrebbe essere anche molto lungo…
Certamente l’esperienza che le aziende e la popolazione stanno acquisendo in questa fase ci permetterà di essere più pronti in futuro. Ma la fase di ripresa dopo l’emergenza sarà decisiva nella nascita di nuovi processi che ci permetteranno di non farci trovare impreparati e, in ogni caso, flessibili al cambiamento.