Ci ripetiamo spesso che la Logistica ed i Trasporti non vengono ancora percepiti appieno per l’importanza che hanno all’interno della economia del Paese. Che la “dignità logistica” è ancora sulla carta o nelle enunciazioni dei convegni. Che a livello politico e amministrativo mancano le conoscenze e la consapevolezza su un settore che rappresenta quasi il 10% del Pil. Tutto vero.
Dobbiamo però anche riflettere su quello che stiamo facendo noi nei confronti di un settore che non solo è di vitale importanza, ma si sta trasformando con una velocità tale da mettere sotto pressione anche chi ci lavora da decenni.
Se non siamo noi ad essere consapevoli dei mutamenti e delle sfide, come possiamo pretendere che altri lo siano?
Da una recente indagine risulta che il 91% della crescita dei consumi – almeno sino al 2030 – sarà in ambito urbano. Il 53% delle aziende del settore logistico dichiara di patire mancanza di competenze e di personale. L’83% dei fruitori di delivery domiciliare dichiara di non essere completamente soddisfatto sulla qualità e puntualità delle consegne. [Fonte dati: Gianpaolo Albertoni su Logistica Efficiente]
Allora proviamo a partire da qui.
É evidente che la distribuzione è profondamente cambiata in questo ultimo decennio, che si è passati da un modello “Megastore” – con strutture in provincia e di grosse dimensioni – ad uno più basato sul “micro fulfillment” – piccoli o medi negozi localizzati all’interno dei centri urbani. Se poi ci aggiungiamo il modello – oramai dilagante – delle consegne a domicilio, allora ci rendiamo conto di quale impatto tutto questo può avere per il mondo logistico e del trasporto. Sia per le società di “logistica pura” che per quelle di produzione e/o distribuzione nelle quali il peso specifico della Logistica rappresenta un fattore determinante.
E allora la domanda sorge in automatico:
al di là degli articoli e dei convegni, quanto stiamo davvero modificando nelle nostre movimentazioni? Stiamo leggendo e anticipando le evoluzioni o gli stiamo correndo dietro?
- Il modello “Dark store” – con magazzini creati solo per il commercio online – è presente solo nei corsi accademici e nei convegni o lo stiamo realizzando per davvero?
- I “magazzini di prossimità” esistono sulla carta o ci stiamo lavorando sul serio?
- L’automazione delle attività di Intralogistica si sta veramente realizzando, col pensiero al decennio che ci aspetta?
Ci stiamo davvero organizzando per tenere in piedi i tre pilastri di quella che appare la sfida dei prossimi anni?
Contenere l’inventario in uno spazio più piccolo, efficientare le operazioni di preparazione, rendere più rapida, economica e puntuale la consegna?
Credo che ciascuno, con le proprie competenze e responsabilità, potrebbe partire proprio da qui: dalla risposta a queste semplici domande. E la Logistica – la maiuscola è d’obbligo – ne trarrebbe di certo vantaggio.
Alberto Cirelli, Direttore Commerciale di GEP Informatica, per Il Giornale della Logistica.