Come costruire una supply chain capace di adattarsi (prima che sia troppo tardi)

In passato, parlare di trasformazione digitale nella supply chain significava distinguersi come innovatori o early adopters. Oggi, invece, la trasformazione è una condizione necessaria per restare competitivi.

Adattarsi, tuttavia, non vuol dire semplicemente reagire agli eventi. Vuol dire saperli prevedere, utilizzare strumenti di analisi avanzata per prendere decisioni informate, e progettare supply chain in grado non solo di resistere agli shock esterni, ma anche di trasformarli in opportunità di crescita.

Oggi disponiamo di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, la robotica, i digital twin e i sistemi di automazione, che rendono possibile tutto questo. Eppure, spesso ciò che manca è un cambio di mentalità, serve smettere di considerare la supply chain solo come un centro di costo e iniziare a vederla come un elemento strategico per l’innovazione, la competitività e la soddisfazione del cliente.

In questo articolo analizzeremo come alcune tra le aziende più avanzate stiano affrontando questo cambiamento, quali tecnologie stanno implementando e in che modo stanno ripensando il ruolo della pianificazione e della leadership per affrontare le sfide future con maggiore consapevolezza.

Disallineamento strategico. Il nemico silenzioso

Secondo i dati forniti da Gartner, circa il 70% delle aziende presenta una discrepanza significativa tra gli obiettivi strategici che si pone e le effettive capacità operative di cui dispone. In pratica, molte organizzazioni definiscono traguardi economici o di crescita che non sono supportati in modo adeguato da processi interni, risorse tecnologiche o assetti organizzativi coerenti.

Quando parliamo di “fabbisogno operativo”, infatti, ci riferiamo non solo al numero di persone necessarie per svolgere un’attività, ma a quanto quelle persone sono messe in condizione di lavorare bene.

Questo squilibrio comporta due rischi principali. Il primo è il generarsi di aspettative non realistiche, che possono causare inefficienze, rallentamenti operativi e perdita di motivazione nei team. Il secondo è la riduzione della competitività, soprattutto rispetto a quelle aziende che riescono ad allineare in modo più efficace la propria strategia con l’operatività quotidiana. Gartner ha evidenziato che le organizzazioni che raggiungono un buon livello di allineamento registrano in media una crescita dei ricavi superiore del 33% e un incremento dei margini lordi del 4,3% annuo.

Per superare questo disallineamento, è necessario introdurre strumenti di pianificazione strategica evoluti e, soprattutto, eseguire un’analisi realistica delle risorse e delle capacità interne.

Come cambiare la percezione della supply chain dal costo all’innovazione

In ambito accademico e professionale, si parla sempre più spesso della necessità di ripensare il ruolo della supply chain all’interno dell’azienda. Molte imprese continuano a considerarla come un centro di costo, ovvero una funzione operativa da gestire con il minimo investimento possibile. Tuttavia, questa visione è ormai superata: le supply chain più efficaci sono quelle che vengono riconosciute come un elemento strategico in grado di generare valore aggiunto e supportare l’innovazione.

Secondo un’indagine condotta da EY, l’89% dei dirigenti aziendali valuta le performance della supply chain utilizzando prevalentemente indicatori finanziari, come i costi di esercizio o il livello delle scorte. Questo approccio trascura metriche fondamentali, tra cui la soddisfazione del cliente, la velocità di immissione dei prodotti sul mercato (go-to-market) e la capacità di risposta ai cambiamenti.

delle aziende presenta una discrepanza significativa tra gli obiettivi strategici e le effettive capacità operative
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dei dirigenti aziendali valuta le performance della supply chain utilizzando prevalentemente indicatori finanziari
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dei manager della supply chain applica la pianificazione a scenari nella propria strategia aziendale
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Un esempio utile per comprendere il potenziale dei dati è offerto dal modello “Moneyball”, applicato nel mondo del baseball. Utilizzando l’analisi statistica per valutare le prestazioni dei giocatori, alcune squadre sono riuscite a ottenere risultati superiori a quelli previsti dal budget. Allo stesso modo, anche nella supply chain è possibile utilizzare i dati già disponibili per costruire modelli previsionali, ottimizzare i processi e prendere decisioni più informate.

Per fare questo, è necessario introdurre nuovi indicatori chiave di performance (KPI) che vadano oltre il semplice controllo dei costi. Tra questi: la flessibilità operativa, la capacità di collaborazione con i partner commerciali, la reattività ai cambiamenti della domanda e l’impatto ambientale delle attività logistiche.

Scenario planning: tutti ne parlano, pochi lo fanno

Secondo un’indagine condotta da Gartner, l’88% dei manager della supply chain riconosce l’utilità della pianificazione a scenari, ma solo il 19% la applica effettivamente nella propria strategia aziendale.

La pianificazione a scenari (scenario planning) è una tecnica utilizzata per immaginare e prepararsi a diversi futuri possibili, anche molto diversi tra loro, con l’obiettivo di prendere decisioni più consapevoli in situazioni di incertezza. Non si tratta di fare previsioni precise, ma di ipotizzare contesti realistici e sviluppare risposte operative per ciascuno di essi. Questo approccio permette di reagire in modo tempestivo a variazioni nella domanda, fluttuazioni del mercato, problemi nella supply chain o cambiamenti normativi.

Molte aziende non adottano ancora questa metodologia per diversi motivi, eppure, utilizzare la pianificazione a scenari offre vantaggi concreti. Consente di valutare la solidità delle strategie aziendali in condizioni diverse, identificare punti deboli nei processi, migliorare il coordinamento tra i reparti e ridurre l’impatto delle crisi.

Da dove iniziare

I trend emersi da Gartner indicano chiaramente una direzione, che il ruolo della supply chain è destinato a evolversi da funzione operativa a leva strategica per la competitività. Le aziende che riescono ad allineare gli obiettivi di business con le capacità operative, che adottano strumenti predittivi e tecnologie intelligenti, sono quelle meglio preparate ad affrontare l’incertezza.

Questo è un settore che ha bisogno di competenze nuove, visione analitica, padronanza delle tecnologie digitali, capacità di pensare in modo sistemico e, soprattutto, attitudine alla collaborazione.

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